“Ceci n’est pas une pipe”.
“Questa non è una pipa”
Io Magritte lo adoro… sulla tela un’immagine dipinta in maniera veritiera di un oggetto che riconosciamo subito come “pipa”.
La didascalia sotto però afferma che non lo è, Ceci n’est pas une pipe. L’opera di Magritte è paradossale.
Nel momento in cui dovrebbe dare un nome a ciò che si vede, lo dà negando che sia tale. La didascalia contesta il criterio di equivalenza tra somiglianza e affermazione e afferma che la pipa del quadro è solo la rappresentazione di una pipa e non ha niente a che vedere con essa. Si può forse fumare un quadro?
Da sempre ossessionato dai nomi e dalle cose, Magritte ha molto giocato con le forme e la loro definizione, e con noi spettatori della sua arte.
Ricordo che lo scorso anno andai ad una bella mostra a Milano, qui era palese percepire il “gioco” che Magritte propone ai fruitori della sue arte, quello tra il titolo dell’opera e l’opera stessa.
Ma torniamo alla nostra pipa…. propongo un’altra intuizione… è l’immagine ad essere un’illusione o invece sono le parole che ingannano?
Abbiamo letto veramente “Ceci n’est pas une pipe” ?
Siamo pronti a garantire che c’era del linguaggio? o era solo l’inconsapevole percorso di un po’ di inchiostro su una tela ?